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venerdì 2 giugno 2006 - Discorso in occasione del 2 giugno 2006

INTERVENTO DEL SINDACO DOTT. ROBERTO ZANCHETTA

FESTA DELLA REPUBBLICA

2 giugno 2006

A tutte le Autorità civili, militari e religiose, rivolgo a nome dell'Amministrazione comunale il mio più cordiale saluto.

Oggi, Festa della Repubblica: quale senso assegnare alla ricorrenza che ci apprestiamo a celebrare qui sulle scalinate del Municipio?

Anzitutto si tratta di una festa, quindi, per definizione di un tempo sottratto alla normalità del quotidiano, un tempo fortemente voluto dalla Presidenza della Repubblica per rimarcare l'importanza ed il valore della scelta repubblicana.

In secondo luogo, si tratta di una festa verso la quale ne convergono altre, che ne costituiscono quasi il presupposto: il 4 Novembre infatti rappresenta il sacrificio compiuto per la riunificazione dei confini nazionali; il 25 Aprile ricorda invece la Resistenza contro il nazifascismo e la liberazione dalla dittatura.

E' una festa alla quale questa Amministrazione ha guardato fin dal suo insediamento (due anni or sono) con molta attenzione.

Il percorso che ci apprestiamo a seguire e far seguire alla cittadinanza è quello di accompagnare tutti - ma in particolar modo i più giovani - verso la grande festa di celebrazione dell'anniversario (il 60°!) di entrata in vigore della nostra Carta Costituzionale.

E' con soddisfazione legittima che posso oggi comunicare a Voi tutti come si sia concretizzato l'intento di sensibilizzare anche i nostri giovani e soprattutto la Scuola su queste tematiche.i una partecipatissima assemblea scolastica a cui hanno preso parte due ex onorevoli che hanno portato la loro esperienza di "amministratori e legislatori costituenti".

Si è sviluppato un serrato dibattito fra insegnanti, alunni e relatori, il tutto accompagnato anche dalla proiezione di un video storico fatto pervenire direttamente dalla Fondazione de "La Camera dei Deputati" presieduta dal nostro attuale Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

E' solo così, a mio avviso, che assume il suo più pieno significato la celebrazione di una Festa come quella odierna!

Diversamente opinando, non acquisterebbe alcun senso l'alzabandiera che abbiamo appena effettuato.

Lo diceva proprio ieri anche un illustre costituzionalista veneto, il Prof. Mario Bertolissi, in occasione della suggestiva cerimonia del 2 Giugno svoltasi presso il Teatro comunale di Treviso (a cui ha preso parte anche l'On. Tina Anselmi): "più che un esercizio di dialettica, è oggi necessario effettuare un esercizio di fisica": ossia fare un passo indietro per poter guardare avanti".

Il che significa volgersi a guardare il passato per comprendere il nostro futuro: e il nostro futuro parte già domani, quando saremo nuovamente chiamati alle urne per il referendum costituzionale confermativo, volto a dare una parola definitiva sulla riforma costituzionale che il precedente Governo ha proposto.

Partiamo dunque dal passato, consideriamo che gli uomini e le donne che scrissero la Costituzione appartenevano a tradizioni culturali molto differenti (cattoliche, comuniste, socialiste e liberali) ed avevano idee molto differenti fra loro, ma riuscirono a trovare punti di accordo comuni superando le logiche di appartenenza di partito perché ognuno di loro era attento a costruire il Bene Comune più che gli interessi, pur legittimi, di una sola parte.

E' stato autorevolmente detto che "le parole della Costituzione sono fatte per durare a lungo"

Nella Costituzione infatti vi sono le regole originarie e generali, le matrici, alle quali ogni legge deve uniformarsi.

Queste regole non possono essere modificate in ogni momento per interessi particolari, anche se oggi, sono molti, fra cui il sottoscritto, a ritenere necessari alcuni adeguamenti, volti a rispondere in modo più attrezzato alle nuove esigenze che la società contemporanea richiede.

Rimane però imprescindibile un concetto su cui forse non si è riflettuto a lungo.
Lo ha ricordato ieri l'On. Anselmi al convegno citato: "la stagione dei diritti si rivelerà effimera se non ci sarà una rinnovata coscienza dei doveri".

Lo ha fatto riprendendo le parole di uno statista del calibro dell'On. Aldo Moro, uno degli esponenti politici del nostro secondo dopoguerra, che più di ogni altro ci ha insegnato la via del dialogo, il valore delle reciproche aperture.

L'auspicio mio e dell'intera Amministrazione che rappresento è che, anche qui (nel nostro piccolo) sia possibile recuperare in fretta la voglia di dialogare e di confrontarci con serenità sulle miriadi di problematiche locali quotidiane, senza sbarramenti ideologici, senza preconcetti, senza secondi fini.

Lo dobbiamo fare per il bene della crescita della coscienza civica di ciascun nostro cittadino; lo dobbiamo fare per la crescita del nostro Comune; lo dobbiamo fare per garantire lustro alla nostra Repubblica Italiana.

A voi tutti buona giornata.
Viva la Repubblica Italiana

Roberto Zanchetta - Sindaco Ponte di Piave