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Il Sindaco avvia il percorso verso la celebrazione del 150° Anniversario dell'Unitŕ d'Italia: intervento ufficiale in occasione della Festa del 4 Novembre

 

E' ora di finirla di ritenere che con il 25 aprile l'Italia torna a dividersi!

Non è più sensato riaprire polemiche di tal genere!

L'Italia conosce oggi ben altri problemi ma che il Capo dello Stato, a ridosso del 25 Aprile, sia intervenuto con solennità a proposito dei fondamentali assetti istituzionali del Paese crea un asse solido fra la Resistenza e la Costituzione. Ma anche  fra il perdurante significato del massimo documento della nostra vita civile e la sua origine storica e politica.

E' come se Napolitano avesse ricordato che l'unità politica di uno Stato si fonda su una dualità conflittuale dalla quale è sprigionata l'energia costituente; e che se è certamente vero che il conflitto originario deve essere neutralizzato e portato a unità e dare vita ad un ordinamento che ottiene il consenso di tutti, è anche vero che quel conflitto resta in qualche modo interno all'unità politica raggiunta.

Che insomma all'origine del testo costituzionale c'è una decisione, che il consenso e il dialogo rimediano uno strappo, che l'ordine politico è nato da un disordine fecondo ma anche sanguinoso.

Il che, del resto, colloca l'Italia, almeno da questo punto di vista, fra le grandi democrazie occidentali, che simile destino hanno conosciuto.

La nostra Costituzione, è in virtù della sua origine, appunto questa unità politica orientata: e il fatto che sia universalmente riconosciuta come un patrimonio di tutti non può significare né che diventa un oggetto inerte e senza vita, né che è un contenitore disponibile a tutto.

Deve invece significare che - benché nessun partito, fra quelli che le diedero vita, sia rimasto vivo e vitale sulla scena politica - essa è ancora rigida, quanto ai principi ed agli obiettivi.

Che la complessità e la poliedricità della Resistenza - le sue molte anime - hanno preso una forma impegnativa (appunto, la Costituzione), e che questa conserva in sé un progetto ancora da realizzare, un passato che è presente, un'origine che è attuale.

Da ciò mi pare opportuno desumere alcune conseguenze: la prima è che coloro i quali mostrano di comprendere che il 25 Aprile non è una festa di parte, ma il patrimonio civile di tutto un popolo libero, non la possono oggi banalizzare come un'innocua ricorrenza patronale, o come folklore o come un generico momento di antitotalitarismo.

La Costituzione è prima di tutto antifascista, perché quello è stato il totalitarismo che la Resistenza ha effettivamente combattuto. E l'omaggio alla Resistenza implica una coerenza nella prassi politica e nel rispetto della Costituzione: il 25 Aprile ha generato scelte politiche e costituzionali forti - allora come ora - ed ha disegnato in modo impegnativo una qualità specifica della democrazia, autentica e non virtuale.

Inoltre questa esigenza di coerenza richiede che un eventuale ed auspicabile momento costituente debba esprimere l'energia capace di ridisegnare il quadro istituzionale in senso federale ed autonomistico, ma debba anche conservare la qualità specifica della democrazia prevista dalla Resistenza e dalla Carta Costituzionale del 1948: una democrazia, cioè, segnata da un equilibrio reale dei poteri e non da una ipertrofia dell'esecutivo, che garantisca lo sviluppo libero ed equilibrato della società e della vita politica, e che lo incardini sulla legge e sul bene comune.

E' con questo auspicio che anche quest'anno mi onoro di celebrare a nome dell'Amministrazione comunale di Ponte di Piave il 64° Anniversario della Liberazione nazionale.

E' anche il discorso di chiusura del 25 Aprile da parte di questa Amministrazione e, per questo, desidero ringraziare tutte le Associazioni Combattentistiche che ogni anno non hanno mai fatto mancare il loro apporto e la loro collaborazione per la riuscita di queste celebrazioni che da sempre Ponte di Piave ha inteso onorare per ricordare insieme le radici della nostra libertà, la libertà di tutti, ridata anche a chi l'aveva distrutta ed umiliata.

Grazie e Buon 25 Aprile a tutti.

 

Roberto Zanchetta - Sindaco Ponte di Piave

 

Dalla Residenza Municipale, 25 aprile 2009