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Discorso del Sindaco in occasione della Festa della Repubblica - 2 giugno 2009

 

Ricordiamo oggi, nella festa della Repubblica il 63° anniversario del Referendum nel quale gli Italiani scelsero definitivamente tra Monarchia e Repubblica.

 

In quel giorno, le libertà civili e politiche, per oltre 20 anni umiliate dal regime fascista che portò ad una guerra disastrosa, diventarono nel voto, di nuovo realtà per gli uomini e soprattutto per tutte le donne che - in quell'anno 1946 - lo esercitarono per la prima volta.

 

Certamente il prodotto più maturo ed alto di quel difficile periodo di divisioni, di resistenza al nazifascismo e di liberazione fu la Costituzione.

 

Tre mi sembrano oggi le azioni necessarie per continuare ad assicurare alla Costituzione il posto di primo riferimento per la nostra pacifica convivenza civile:   conoscere, rispettare, amare.

 

Conoscere

L'Assemblea Costituente volle che il testo della Costituzione fosse depositato nella "Sala comunale di ciascun Comune della Repubblica per rimanervi esposto tutto l'anno 1948, affinché ogni cittadino possa prenderne cognizione" (XVIII disposizione transitoria e finale).

Il primo verbo  dunque da coniugare nei confronti della Costrizione è quello di conoscere .

Certamente il testo, ma soprattutto la sua essenza e cioè "i diritti inviolabili dell'uomo" ed i "doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale" (art. 2).

Le azioni di divulgazione e conoscenza sono state per troppo tempo colpevolmente rimosse o sottovalutate nonostante gli strumenti e mezzi di comunicazione oggi a disposizione siano molto più efficaci del passato. E' certamente un segnale positivo la rinnovata attenzione che soprattutto in questi anni la scuola sta ponendo a questi temi e l'Amministrazione comunale ne stimola e asseconda sempre le inclinazioni, spesso promuovendole.

In particolare i giovani, infatti, devono essere aiutati a cogliere la sapienza e ricchezza umana che si sprigionano da questo testo soprattutto nella prima parte che non è assolutamente invecchiata, come alcuni sostengono, e pertanto non necessita di alcuna modifica.

 

Rispettare

Una conoscenza vera, quindi non intellettualistica o solamente erudita, è il presupposto per rispettare.

Chi non sa non può apprezzare ed inevitabilmente non rispetterà.

Rispettare è verbo esigente perché la tradizione concreta dei principi che la Costituzione proclama è un compito davvero grande. In un contesto sociale e demografico molto cambiato, soprattutto in questi ultimi anni, dobbiamo chiederci cosa significhi concretamente che "tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni sociale e personali" o quale impegno e quante risorse è giusto impegnare nel "compito della Repubblica di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana..." (art. 3).

Preoccupano i segnali che la cronaca, spesso raccontata dai media in modo colpevolmente enfatico quando non distorto, ci rimanda ad una società sempre più impaurita e ripiegata su se stessa che fatica a trovare le ragioni di una identità che inevitabilmente ci proietta in una dimensione europea e mondiale.

L'apertura al mondo, è bene ribadirlo, non è fatta solo di problemi e le paure ad affrontarli si dominano e si superano solo se si riescono a cogliere le opportunità positive che questa apertura porta con  sé. E' un fatto che nel mondo dei nostri figli necessiterà  parlare più lingue - l'inglese quantomeno - perché sarà l'incontro di più culture e l'orizzonte, ci piaccia o no, sarà un orizzonte più vasto di quello attuale. Nella nostra Costituzione, a ben leggere, vi sono tutti riferimenti per costruire in modo armonico questo nuovo orizzonte.

 

Amare

Il terzo verbo da coniugare è amare. Qualcuno potrebbe pensare ad una stranezza, in fondo stiamo parlando di una legge. Perché utilizzare il verbo più impegnativo della relazione umana? Perché è solo l'amore, la passione civile, che consente di guardare senza astio o risentimento ai limiti che la Costituzione evidenzia soprattutto nella seconda parte che descrive l'Ordinamento della Repubblica - cioè l'organizzazione dello Stato - e trovare il modo condiviso per modificarlo e renderlo più efficiente. Parecchi sarebbero qui i temi da trattare. Mi soffermo su due soli perché interessano particolarmente le realtà comunali.

 

Nelle riforme costituzionali, in itinere, sono due gli assi entro cui pare opportuno muoverci:

1) semplificare e definire meglio nell'assetto istituzionale i vari livelli di autonomia e di governo per diminuire la burocrazia. E' cioè necessario definire con precisione di cosa si occupano lo Stato centrale, le Regioni, le Province, i Comuni, senza duplicazioni, sovrapposizioni o ingerenze reciproche individuando in modo certo e stabile su quali fronti di finanziamento ogni livello può contare.

E' il progetto tanto discusso del Federalismo Fiscale a cui tutti teniamo. Ma, in attesa del suo avvio, non possiamo sottacere i problemi di finanza comunale dell'oggi e del domani - pena la compromissione di tanti servizi da erogare a tutti i nostri cittadini,

Ecco perché va doverosamente ripreso e seriamente discusso il progetto di trasferimento ai Comuni del 20% dell'IRPEF     su cui tutti i miei colleghi si stanno battendo.

2) sviluppare, conseguentemente, con più decisione, i principi dell'autonoma (il federalismo) fiscale coniugando gli interessi delle specifiche comunità con azioni di solidarietà tra i vari territori nazionali e superando gli ormai anacronistici privilegi concessi ad alcune Regioni.

 

L'auspicio che giunge a tutti Voi, pertanto è che la passione civile per il bene comune che la Costituzione Repubblica ha così ben sintetizzato sia la vera  guida in modo che la nostra cittadinanza sia davvero attiva e sappia andare oltre alle piccole convenienze ed alle visioni di parte.

 

Con questo augurio, che è anche e soprattutto impegno civile, proclamiamo: Viva la Repubblica e la sua Costituzione

 

Roberto Zanchetta

Sindaco Ponte di Piave