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La Corte Costituzionale difende l'acqua pubblica - 27 luglio 2012

La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 199 del 20.07.2012, contenuta in 17 pagine, ha bocciato l'art. 4 del provvedimento varato ancora dal Ministro Tremonti nell'agosto 2011 che di fatto cancellava l'esito referendario.
Le Regioni Puglia, Marche, Emilia Romagna, Umbria, Lazio e Sardegna ed i Comitati non possono che essere soddisfatti di tale sentenza perchè così si evita la privatizzazione forzata di un bene pubblico come l'acqua.
Va ricordato che i SI espressi da 27 milioni di Italiani vinsero con il 94% perchè nel senso comune dei cittadini l'acqua non può essere oggetto di profitto e la presenza del privato nella gestione non automaticamente comporta risparmi.
Si è infatti detto di no alla svendita del patrimonio pubblico che, almeno nella mia esperienza di Amministratore del ciclo integrato dell'acqua, viene gestito nel segno dell'efficienza e della qualità.
Dopo questa vittoria è necessario che il Parlamento intervenga con una nuova normativa che affronti il problema senza pregiudizi ideologici in merito alla gestione pubblica-privata.
L'esito infatti di questa vicenda non sarà né l'abbandono del rapporto con i privati né il ritorno ad una ripubblicizzazione del settore.
I Comuni non saranno più costretti a forme di liberalizzazione forzosa e quindi potranno affidare la gestione ad un soggetto pubblico (in house providing) ed eventualmente aprire ai privati nel pieno rispetto dell'interesse pubblico.
In ogni caso è fondamentale il ruolo del Coordinamento dei Consigli di Bacino previsti dalla Legge n. 17 del 20.04.2012 (Legge regionale del Veneto) ai fini di garantire standard di qualità del servizio e di equità tariffaria.
Ribadisco l'esigenza di disporre di ulteriori risorse nell'immediato per investimenti finalizzati all'ammodernamento della rete e degli impianti, nel quadro di una politica del risparmio della risorsa.
Oggi i Piani d'Ambito si configurano spesso come un libro dei sogni, evidenziando un divario tra esigenze reali imposte da una rete obsoleta da ristrutturare e le risorse finanziarie a disposizione.
Per realizzare almeno gli obiettivi prioritari, senza ricorrere a tariffe socialmente insostenibili, è richiesta una estesa collaborazione tra i vari soggetti gestori, quanto meno all'interno di ciascun AATO, coniugata ad una razionalizzazione delle gestioni senza forzature.

Ponte di Piave, 27 luglio 2012


Il Vice Sindaco
Luciano De Bianchi