Piazza Garibaldi 1 - Tel. +39 0422 858900

PEC protocollo.comune.pontedipiave.tv@pecveneto.it

Contrasto: a
Testo:
a a a
mappa del sito | Home
Sei in: La città » Ambiente » Piave e Negrisia » L'oasi delle grave di Negrisia

L'oasi delle grave di Negrisia

COMUNE DI PONTE DI PIAVE
ASSESSORATO ALL'AMBIENTE

L'Oasi delle Grave di Negrisia è una zona naturale, di proprietà comunale, compresa tra il fiume Piavcampagna coltivata, nella zona di confine con il comune di Ormelle.

Raggiungibile in auto o in bicicletta dopo aver parcheggiato nelle aree di sosta indicate nello stradario, è meta di una piacevole e interessante  escursione naturalistica lungo i sentieri e le strade sterrate  (solo ciclabili) che accompagnano il greto del fiume Piave, da via Fontane e a monte verso via Grave - Negrisia.
L'Amministrazione comunale di Ponte di Piave, in particolare l'Assessorato all'Ambiente,  è impegnata nella realizzazione di un progetto di riqualificazione e ricomposizione ambientale dell'orto botanico.


Il progetto è stato elaborato all'agronomo-forestale Dr. Carlo Leoni.
Il progetto già realizzato ha previsto:
La sistemazione del prato destinato a pic-nic, sostituendo staccionate e ripristinando tavoli e panche deteriorate;
Miglioramento dell'area boscata, eliminando specie esotiche per sostituirle con vegetazione autoctona, con tabelle in plastica indicanti i nomi delle specie;
Riorganizzazione degli accessi con l'istallazione di una bacheca informativa per garantire una corretta fruizione dell'area sia per la ricreazione che per la didattica;
L'area riqualificata è denominata"Oasi delle Grave di Negrisia".

E' stato realizzato un percorso ciclopedonale che valorizza le valenze paesaggistiche del Piave, le risorse eno-gastronomiche e culturali, ed in particolare, le case dello scrittore Goffredo Parise.

L'Oasi è infatti collegata con una pista ciclo-pedonale alla "Casetta delle Fate"dello scrittore situata nel Comune di Salgareda al confine con Ponte di Piave.


QUADERNI DI OSSERVAZIONE SULL'OASI

Il bosco di riva e di radura
Il bosco ripario è senza dubbio la formazione vegetale di maggiore interesse ambientale, sia naturalistico che paesaggistico. Il bosco maturo con Salice bianco (Salix alba) e Pioppo nero (Populus nigra) è caratterizzato da una struttura arborea di notevole pregio (le altezze degli alberi raggiungono i 25-30 metri), da una ricca componente arbustiva e da una componente erbacea assai variabile. La presenza dell'Ontano nero (Alnus glutinosa) individua luoghi, presso le rive del fiume, in cui il ristagno idrico è più prolungato. In coincidenza con parti della fascia di riva caratterizzate da un suolo con prevalenza di ghiaie grossolane, si concentrano radure estese con interessante copertura erbacea.

La fauna presente è costituita prevalentemente da picchi :
Picchio rosso maggiore,









picchio verde Picchio verde, il Torcicollo chiamato localmente in forma dialettale "Pitonea" per il verso monotono che emette. Tra la fauna troviamo inoltre "il Gufo comune" che utilizza i nidi di cornacchia per nidificare,"l'Averla piccola","l'Usignolo" e molte altre specie. Nelle radure si possono osservare Fagiani e Lepri e, soprattutto negli spazi più aridi, qualche Starna. Queste radure steppiche sono caratterizzate dalla presenza di un'avifauna particolare, strettamente legata alle risorse alimentari di questi ambienti tipici.

 

 

 


occhione L'Occhione deve il suo nome alle dimensioni dei suoi grandi occhi gialli che gli sono di grande utilità avendo una prevalente attività crepuscolare e seminotturna; è un migratore che arriva dall'Africa del sud dove sverna. È molto raro e localizzato: nella nostra zona la sua presenza è segnalata nelle grave di Papadopoli mentre in tempi passati la sua diffusione era più vasta ma il disturbo antropico e le attività agricole nei siti di nidificazione ne hanno via via limitato la presenza. La sua alimentazione è prevalentemente costituita da farfalline notturne, cavallette, chioccioline e altri insetti che si possono trovare all'interno di questo territorio.
Posati nei rami più alti dei radi cespugli si possono vedere il Gheppio, il Falco cuculo, e vari altri rapaci specialmente durante le migrazioni. In alcune zone è presente il Succiacapre, un uccello di abitudini crepuscolari con una grande bocca ideale per catturare le Falene di cui si nutre, una volta abbastanza comune e che deve il nome ad una credenza popolare in quanto una volta frequentava gli ambienti rurali (stalle) e  si pensava che succhiasse il latte dal bestiame domestico.

 

Le rive alte
Per effetto della divagazione delle correnti fluviali durante la morbida e le piene autunnali e primaverili, le rive del Piave sono sottoposte a fenomeni di erosione che mettono in luce la composizione dei nostri suoli golenali: spessi strati di ghiaie inframezzati da lembi limosi o argillo-sabbiosi che diventano, in situazioni di grande tranquillità e di non disturbo antropico, siti di nidificazione di specie caratteristiche del nostro ambiente fluviale.

Il Gruccione è un migratore che arriva verso la fine di aprile, maggio: la sua presenza nel nostro territorio è un evento di notevole interesse perché la sua diffusione è limitata e localizzata.

  
Il Martin Pescatore elegante ed abile condivide con il Topino le caratteristiche del sito di nidificazione, le alte rive con pareti a picco sull'acqua in cui pratica dei fori, nello strato argilloso sabbioso, a volte lunghi 2-3 metri. eleganza e abilità. È un uccello gregario che preferisce vivere in colonie come il topino e non come il Martin pescatore che non tollera nelle vicinanze la presenza di consimili.

 





Le lanche e il canneto

Grazie alla dinamica naturale del fiume, esistono soprattutto nei territori dei comuni localizzati sotto la linea delle risorgive, limitati lembi di zona umida di rilevante valenza ecologica che contribuiscono in modo non marginale al mantenimento di un apprezzabile livello di biodiversità a beneficio dell'intero alveo fluviale e della golena.Nelle lanche, stagni laterali al corso della corrente con collegamento idrico solo a livello della falda, si sviluppano interessanti popolamenti vegetali di Crescione veronica (Veronica anagallis acquatica), di Ranuncolo (Ranunculus trichophillus), di Piantaggine d'acqua (Alisma plantago acquatica); presso qualche sponda si è infittito via via il canneto con canna di palude (phragmites australis), Canna tifa (Typha latifolia) e vari carici (Carex elata, Carex pendula); in tali ambiti sono molto importanti le componenti dei macroinvertebrati, degli anfibi e dei rettili.
La fauna che frequenta questo ambiente è costituita da Aironi, Nitticola, Tarabuso, Tarabusino, Porciglione, Anatre, Rane, Bisce d'acqua, Libellule. L'Airone cenerino è presente nel nostro territorio tutto l'anno, mentre il rosso è osservabile durante il periodo estivo mentre pesca per alimentare la sua nidiata posta nei canneti della laguna veneta. L'Airone bianco maggiore è invece un ospite invernale  ed è possibile rilevare la sua presenza nei pressi delle lanche dei torrenti di risorgiva o addirittura nei campi arati.

Un altro ospite prevalentemente invernale è il Tarabuso, che frequenta il canneto assieme al Porciglione  il quale deve il suo nome al verso che emette simile ad un grugnito.





Prati aridi e grave

I depositi alluvionali di ghiaie grossolane non tormentati dalle piene o dall'intervento dell'uomo presentano aspetti morfologicamente e ecologicamente simili ai ben noti "magredi" friulani che caratterizzano soprattutto lo sbocco dei torrenti Cellina e Meduna nell'alta pianura. Di estensione purtroppo limitata, a causa dell'intervento antropico, i prati aridi sono ambienti di straordinaria ricchezza a livello floristico, con presenze di elementi endemici, di specie microterme provenienti dalla zona montana e di entità xerofila (specie vegetali che tollerano suoli poveri d'acqua) di provenienza illirica o comunque sud-est europea.
Meritano un censimento puntuale e una valorizzazione a livello didattico nonché l'adozione urgente di misure attive di tutela e recupero ambientale
Alla fine di aprile e fino a metà maggio, presso i prati aridi, fioriscono le orchidee Orchis morio, Gymnadenina conopsea, Orchis militaris, Anacamptis pyramidalis, Orchi coriophpora e Serapias vomeracea;

sempre in questo periodo, sui suoli con maggiore presenza di limi o decisamente con buona presenza di umidità, arricchiscono di biodiversità il nostro ambiente le fioriture di altre orchidacee Ophris apifera, Cephalanthera longifolia, Platanthera bifolia, Epipactis palustris, Orchis palustris, Listera ovata.