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Emergenza Piave - 19 gennaio 2011

L'emergenza fiumi nel Veneto non è affatto superata, anzi ritengo sia una ferita destinata a rimanere aperta per molto tempo.
Sull'onda emozionale provocata dagli eventi calamitosi del 1 e 2 novembre e del 24 dicembre, si sta concentrando l'attenzione della Regione Veneto che intende predisporre rapidamente un Piano di opere prioritarie per garantire una sicurezza ragionevole.
Il Presidente della Regione Luca Zaia con ordinanza n.11 del 30/12/2010, ha varato la Commissione Grandi Rischi composta da tre esperti: Luigi D'Alpaos (idrodinamica), Marco Marani (idrologia) e Alberto Mazzuccato (geotecnica).
Tale Commissione ha il compito, una volta espletata una ricognizione sulle opere necessarie, di predisporre un Piano di interventi per le sistemazioni idrauliche/idrogeologiche dei territori fluviali.
I tecnici incaricati non mancano di competenza e non hanno certo bisogno di fare ulteriori studi, in quanto autori di studi e ricerche che hanno ripreso anche le ottime e ancora attuali le indicazioni fornite dalla Commissione De Marchi istituita negli anni 1970 a seguito dell'alluvione del 1966.
Sanno bene che esiste un Piano Stralcio per la Sicurezza Idraulica che ancora non ha trovato attuazione e ben conoscendo il comportamento dei fiumi, sono consapevoli dell'urgenza di definire alcuni interventi strutturali, tenendo conto sia del mutato comportamento dei fiumi dovuto ai cambiamenti climatici, che degli effetti indotti dall'attività antropica.
A questo proposito occorre spiegare anche le ragioni della morbida avvenuta alla vigilia di Natale, fenomeno ben raro almeno negli ultimi quarant'anni.
Non ho dubbi sull'esito positivo del lavoro dei tecnici; solo altresì convinto che l'applicazione delle loro indicazioni non sarà facile poiché occorre colmare un vuoto di iniziative in un periodo di gravi difficoltà finanziarie.
Tra le diverse opere già previste dal Piano Stralcio di Sicurezza Idraulica: sbarramenti, casse di espansione, ricalibratura e pulizia dell'alveo, rialzo e rafforzamento di argini, è realistico ipotizzare che saranno attuate le misure meno costose e meno impattanti sul piano del consenso sociale e politico.
Va evitato il rischio di ripetere storie già vissute quando proposte tecnicamente sostenibili sono finite nella palude burocratica.
Dopo quarant'anni di dibattito sul tema, che ho sempre seguito, non posso che assumere una posizione realista per cui è importante che si superi la totale paralisi e si incominci a realizzare qualche intervento significativo per dimostrare che le Istituzioni non sono impotenti.

Accanto alle misure preventive vanno adottate anche quelle emergenziali: è indispensabile finanziare le idrovore richieste e far funzionare quelle già installate.
Durante le emergenze recenti è stato notevole il costo delle idrovore prese a noleggio per cui è necessaria una dotazione minima da parte dei Comuni.
Il Commissario delegato per la Regione Veneto con una procedura particolarmente rapida, ha presentato una prima bozza degli interventi mercoledì 19 gennaio presso la Provincia di Treviso, per quale è quanto mai opportuna la massima attenzione e collaborazione da parte dei Comuni interessati per dare un contributo positivo.
A bloccare le opere non sono sempre le inevitabili divergenze tra Istituzioni Locali ma la mancanza di risorse finanziarie e una debole volontà politica che non assume la sicurezza del territorio come obiettivo prioritario.
A fronte di queste difficoltà va riconosciuto che rispetto al 1966, il Sistema di Protezione Civile attivato dai C.F.D. (Centro Funzionale Decentrato della Regione Veneto) permette un monitoraggio assai più preciso dell'evento che consente di programmare le azioni conseguenti con maggior anticipo tanto da ridurre i danni e garantire la sicurezza delle persone.
Nel caso del Piave fino a una portata delle traversa di Busche inferiore ai 2200 mc al secondo i danni sono stati per ora controllabili, ma quando si supera tale portata l'intervento diventa ben più complesso e gli effetti dell'evento calamitoso non sono affatto prevedibili.
Di qui l'esigenza di un impegno straordinario della Regione Veneto per realizzare, almeno parzialmente, gli interventi del Piano Stralcio del Servizio Idraulico in un territorio che si è dimostrato più vulnerabile del previsto.

Dalla Sede Municipale, lì 19/01/2011

Il Vice Sindaco
Delegato alla Protezione Civile
Luciano De Bianchi