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Porgo il mio saluto a tutti i convenuti, autorità civili, militari e religiose, oggi qui riuniti in occasione della tradizionale Festa dei Fanti e delle Patronesse della Sezione di Negrisia, Ponte di Piave, Salgareda.
Pochi giorni orsono, abbiamo festeggiato l'Unità nazionale, ricordando - sulle sponde del nostro Piave - quanti hanno perduto la vita nel conflitto di cui ricorrono i cento anni.
La Prima Guerra Mondiale è stata la guerra della gente povera, della gente strappata alle proprie famiglie, alle proprie case, alla propria terra per andare a marciare - fucile in spalla - in zone che non conosceva e da lì non è più tornata.
Non è tornata per raccontare quello che aveva vissuto, quello che aveva visto, non è tornata per vivere quello che gli spettava di vivere con i propri cari.
Fra tutti loro, si contavano migliaia di Fanti.
Fanti che hanno marciato fianco a fianco con ragazzi di altre regioni e che di colpo si sono ritrovati vicini. Fanti che hanno aperto la strada, Fanti che hanno combattuto per l'Italia, per quel Paese in cui oggi viviamo. Fanti che la tecnologia ha dovuto mettere da parte, ma che non ha fatto dimenticare.
Giornate come quelle di oggi sono quelle che ci fanno ricordare e non è nostalgia: è onore, fiera appartenenza, è orgoglio di corpo e di nazione.
Ai Fanti, per sempre, il nostro ringraziamento, per averci consegnato una Patria e una storia che loro, per primi, non volevano si ripetesse mai più.
Grazie.
Il sindaco
Paola Roma