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28 giugno 1914 - ASSASSINIO DELL'ARCIDUCA FRANCESCO FERDINANDO

lun 19 gen 15

Il 28 giugno 1914

è una data destinata ad entrare prepotentemente nella storia, infatti quel giorno a Sarajevo il nazionalista serbo Gavrilo Princip assassinava l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono austro-ungarico, che vi si trovava per assistere ad alcune manovre militari e per partecipare all’inaugurazione di un museo. Ma ricostruiamo i fatti come farebbe un attento cronista dei giorni nostri:  Oltre a Gavrilo Princip il gruppo era composto da altri sei attentatori che si disposero lungo il percorso che la colonna di sette automobili sulla quale viaggiava il principe Francesco Ferdinando, doveva compiere per raggiungere il municipio di Sarajevo dopo avere lasciato il campo militare di Filipovic. Il corteo lascia il campo alle 10 in punto. Un quarto d'ora più tardi le automobili passano di fronte al primo attentatore, Mehmed Mehmedbašić. Costui, appostato ai piani superiori di un edificio che dà sulla strada, non entra in azione poiché – come spiegherà in seguito – il bersaglio gli si sarebbe presentato coperto. Quando la colonna transita davanti al secondo membro del gruppo, Nedeljko Čabrinović, egli riesce a lanciare un ordigno esplosivo che però manca la macchina dell'erede al trono e colpisce quella immediatamente successiva. Vengono feriti l'aiutante di campo del principe, qualche poliziotto e alcune persone che assistevano al passaggio del corteo. A quel punto scoppia il panico. La colonna accelera e transita veloce davanti alle posizioni occupate dagli altri attentatori. Gavrilo Princip vede l'auto sfilargli rapida accanto e non riesce a sparare.

Frattanto Čabrinović ha ingerito un pillola di cianuro e si è lanciato nel fiume Miljacka. Nulla però va come il giovane attentatore aveva previsto. La pillola di veleno non fa effetto. Forse la sostanza contenuta nella capsula è troppo vecchia o non è presente in quantità sufficiente. Čabrinović viene ripescato vivo dalle acque del fiume, che in quel punto sono poco profonde, ed è duramente picchiato dagli agenti di polizia e dalla folla. L'azione sembra fallita ed i congiurati rimasti si preparano ad abbandonare la scena ma…… 

Nel frattempo il corteo del principe ha raggiunto il municipio di Sarajevo. Qui l'arciduca, comprensibilmente scosso, sfoga la sua rabbia con il sindaco della città Fehim Efendi Curcic, ma nonostante quanto è appena accaduto, i funzionari al seguito dell'erede al trono non adottano alcuna particolare misura di sicurezza per garantire la vita del principe. Come unica precauzione, sembra venga deciso di far sistemare un militare del seguito, sul predellino sinistro della vettura di Francesco Ferdinando, per fargli in qualche modo da scudo. E' impossibile comunque fare una ricostruzione precisa di quanto accaduto in quei concitati momenti.

Il corteo del principe si rimette in marcia, pare però che l'autista Franz Urban sbagli strada e accortosi dell'errore inverta la marcia e a velocità moderata ritorni sui suoi passi, ma è a questo punto che accade l'irreparabile: 

Gavrilo Princip non ha abbandonato la zona, non sa di preciso che cosa sia accaduto, ma quando in strada vede l'auto scoperta del principe avvicinarsi a lui fino quasi a sfiorarlo, estrae dalla tasca la pistola semiautomatica che tiene nascosta e spara due colpi dal lato destro del veicolo. Il primo ne perfora la carrozzeria e raggiunge all'addome Sofia, la moglie dell'erede al trono. Il secondo trapassa il collo di Francesco Ferdinando, in un punto dove le rudimentali protezioni antiproiettile dell'epoca, che pure il principe indossa, non possono proteggerlo. Immediatamente Princip ingoia una pillola di cianuro che però, esattamente come accaduto a Čabrinović, non ha alcun effetto se non quello di provocargli conati di vomito. Princip tenta anche di sparasi ma la pistola gli viene strappata di mano. Finirà i suoi giorni a 23 anni, ucciso dalla tubercolosi e dai maltrattamenti subiti nel carcere di Terezìn.

I fatti di Sarajevo aprirono la crisi di Luglio che poco più di un mese dopo avrebbe portato allo scoppio della Prima guerra mondialeL’attentato in sé, pur in tutta la sua gravità, fu soltanto il pretesto per rimettere tragicamente in discussione il già precario equilibrio politico e diplomatico dei Balcani. A causa del sistema di alleanze accadde che, quello che poteva apparire un conflitto regionale limitato all’Impero austro-ungarico e alla Serbia, si allargò in uno scontro tra tutte le potenze mondiali.

 



news pubblicata il lun 19 gen 15