Piazza Garibaldi 1 - Tel. +39 0422 858900

PEC protocollo.comune.pontedipiave.tv@pecveneto.it

Contrasto: a
Testo:
a a a

News

La crisi di luglio 1914

mer 21 gen 15

La fase successiva all’attentato di Sarajevo passò alla storia come la “crisi di Luglio” poiché nel corso di quel mese, quasi senza rendersene conto, le potenze europee scivolarono verso un conflitto senza precedenti nella storia. 
Nonostante la gravità dell’attentato e il clima bellicoso che si respirava tra le alte sfere austro-ungariche, a Vienna tutti si rendevano conto che aggredire la Serbia sarebbe stato rischioso, poiché avrebbe verosimilmente provocato l’intervento di Russia e Francia a sostegno del regno balcanico. 
Era perciò necessario il sostegno materiale e diplomatico della Germania, ed Il ministro degli esteri austroungarico von Berchtold tra il 5 e il 6 luglio lo ottenne dal Kaiser Guglielmo II, imperatore tedesco e re di Prussia, convinto assertore che fosse necessario accelerare le operazioni militari in modo da mettere Russia e Francia di fronte ad un fatto compiuto. 
Forte del sostegno tedesco, il 23 luglio Vienna decise di inviare un duro ultimatum alla Serbia evitando qualsiasi arbitrato diplomatico.  Tuttavia l’effetto sorpresa sperato dalla Germania sfumò di fronte alla presa di posizione del capo di Stato Maggiore austriaco Conrad, il quale dichiarò che a causa di un congedo agricolo concesso alle truppe l’esercito non sarebbe stato mobilitabile prima del 4/5 agosto.
Tra il 25 e il 28 luglio la situazione precipitò, la Serbia rifiutò alcuni punti dell’ultimatum perché giudicati lesivi della sua sovranità nazionale e tre giorni dopo l’Impero austro-ungarico le dichiarava guerra, nonostante un ultimo tentativo di mediazione da parte del ministro degli esteri inglese Grey. 
Alle ore 00.30 del 29 luglio 1914 le artiglierie austriache sul Danubio aprirono il fuoco contro la Serbia, una mossa che provocò l’immediata mobilitazione delle truppe da parte dello Zar Nicola II di Russia, cui seguì immediatamente la pre-mobilitazione tedesca, anche se in questa fase parve ancora possibile che le principali potenze restassero spettatrici nel conflitto austro-serbo. 
Ma le pressioni dell’alto comando tedesco sul Kaiser Guglielmo II e l’indignazione dell’opinione pubblica russa per l’attacco alla Serbia, spinsero Germania e Russia all’intervento scatenando una reazione a catena che fece precipitare gli eventi infatti:
  • fra il 30 e il 31 luglio Germania, Austria e Russia proclamarono la mobilitazione generale; 
  • Il 31 luglio il cancelliere tedesco inoltrò ai propri ambasciatori a Parigi e San Pietroburgo gli ultimatum destinati ai rispettivi governi, ed il 1 agosto la Germania entrò ufficialmente in guerra con la Russia; 
  • Il 2 agosto il Belgio respinse l’ultimatum tedesco che invitava il piccolo regno a permettere il passaggio delle truppe tedesche sul suo territorio; 
  • Il 3 agosto anche la Francia entrò in guerra con la Germania; 
  • Il 4 agosto, truppe tedesche varcarono il confine del Belgio investendo con un attacco la fortezza di Liegi, ed a quel punto anche la Gran Bretagna, fino a quel momento persuasa di poter gestire diplomaticamente la crisi, spaventata da un conflitto prossimo alle sue coste, dichiarò guerra alla Germania. 
Da parte sua l’Italia, legata agli Imperi centrali dalla triplice alleanza, dichiarò la sua neutralità il 2 agosto. Con il tuonare dei cannoni d’agosto ebbe inizio la Grande Guerra, anche se pochi si resero conto del modo con cui il conflitto era stato deciso. Un conflitto che i più pessimisti credevano potesse risolversi entro la Pasqua del 1915 e che sarebbe invece terminato nel 1918 dopo aver procurato sedici milioni di morti.
 
la crisi di luglio


news pubblicata il mer 21 gen 15