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Il regio esercito

lun 04 gen 16

I CORPI E LE ARMI DELLA GRANDE GUERRA: LA FINESTRA


Dopo aver ripercorso durante le puntate precedenti, ed in particolare in quella che riguardava l’asso dell’aria Ernesto Cabruna, i primi passi del Corpo Aeronautico Militare, cerchiamo ora di esaminare anche quelli che furono gli altri Corpi e le altre Armi dell’Esercito Italiano coinvolti durante la Prima Guerra Mondiale. È indubbio che i primi uomini combattenti fra di loro furono a piedi, e che durante l'evo antico la Fanteria si mantenne quasi sempre preponderante rispetto alla Cavalleria la quale, a parte un breve periodo del Medioevo durante il quale ebbe il sopravvento sulla Fanteria, dovette con l'invenzione e con il diffondersi cedere di nuovo il primato alla Fanteria riprese il primo posto.
Al principio del secolo XV le Fanterie italiane erano costituite da gruppi poco organici di Fanti, male o poco razionalmente armati, comandati da conestabili, condottieri e capitani, e perdettero d'importanza. Ma non rimasero a lungo in questo stato d'inferiorità, e sotto la direzione di valenti uomini che coltivavano le discipline militari prendendo a modello gli ordinamenti stranieri, si riorganizzarono rapidamente.
Costituitosi il Regno Italiano, la Fanteria dell'esercito sardo si fuse con i contingenti di Fanteria degli eserciti disparati e di diversa efficienza esistenti in Italia prima dell'unificazione, ovvero Lombardo (dell'esercito austriaco), Emiliano, Garibaldino e Borbonico. L'omogeneità della Fanteria venne ottenuta fondendo successivamente i nuovi contingenti negli antichi corpi piemontesi e creando nuove unità miste, un sistema che, per ragioni d'ordine politiche e tecniche, venne preferito a quello di formare reggimenti interamente nuovi a lato di quelli preesistenti.
Fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, il sistema di raccolta del personale continuò ad essere nazionale. La ferma venne ridotta a tre anni nel 1875, e a due nel 1910. La brigata continuò ad avere due reggimenti, e nel 1867 il reggimento venne ridotto a tre battaglioni di quattro compagnie . Ad ogni reggimento furono poi assegnati organicamente: un deposito nel 1871, uno stato maggiore nel 1897, una sezione mitragliatrici e un nucleo di milizia mobile nel 1910. Il numero delle brigate di Fanteria di linea venne accresciuto di tre nel marzo 1871, mediante la trasformazione di tre brigate granatieri, e nel giugno 1882, di otto di nuove formazioni. In totale, prima della Grande Guerra, la fanteria di linea era costituita da 47 brigate e 94 reggimenti. In relazione all'occupazione e alle esigenze dell'Eritrea, della Somalia, della Libia, vennero costituite, dopo il 1885, unità di Fanteria Coloniale.
Tra l'agosto 1914 e il maggio 1915 furono create 25 brigate di milizia mobile. A ogni battaglione di Fanteria di linea venne assegnata organicamente 1 sezione mitragliatrici, della quale però non poterono essere provvisti tutti i battaglioni, e neppure tutti i reggimenti, per il maggio 1915 data di entrata in guerra dell’Italia. Durante la guerra 1915-18 la sempre maggiore importanza acquistata dalla Fanteria, ma anche le sue esigenze di nuovi mezzi d'offesa e di difesa ed il suo enorme logorio determinarono due principali ordini di provvedimenti organici: continuo aumento numerico delle unità e continua trasformazione della loro composizione interna. Le principali trasformazioni dell'ordinamento interno delle unità furono sostanzialmente le seguenti:
1) prima della offensiva austro-tedesca dell’ottobre-novembre 1917, vennero assegnate le mitragliatrici alle sezioni organiche ancora sprovviste; vennero create compagnie mitragliatrici (di brigata, di divisione, di corpo d'armata, d’armata); venne assegnato ad ogni battaglione un reparto di zappatori; venne ridotta la forza organica della compagnia da 250 a 225 uomini; vennero assegnati ad ogni battaglione prima una, poi due, sezioni pistole mitragliatrici; venne costituita nel battaglione una compagnia mitragliatrici di sei armi; vennero creati battaglioni complementari di brigata, per rifornire di uomini i reggimenti; vennero create delle unità di marcia d'armata per rifornire i battaglioni complementari; venne ridotto a 200 il numero di componenti di una compagnia; vennero create delle sezioni lanciatorpedini di sei armi dotate di pistole mitragliatrici.
2) dopo l’offensiva di Caporetto vennero ridotti i componenti della compagnia a 150 uomini, divisi in tre plotoni ordinari (di combattenti) e un plotone misto (di addetti ai servizi); alle brigate ed ai reggimenti vennero assegnate delle sezioni lanciafiamme portatili; le sezioni lanciatorpedini vennero sostituite con sezioni Stokes; vennero aumentate le armi delle compagnie mitragliatrici reggimentali da sei a otto; vennero assegnati ad alcuni reggimenti dei reparti cannoncini da 37 mm.; venne creato un plotone d'assalto reggimentale e contemporaneamente ridotti i componenti delle compagnie a 145 uomini; venne assegnato un battaglione di marcia a ogni brigata.
La Fanteria era composta da unità militari relativamente economiche, che non impiegavano equipaggiamento sofisticato ed avevano bisogno di minori rifornimenti rispetto ad unità di altre specialità. I Fanti inizialmente erano muniti di armi individuali quali picche, spade, archi, balestre e pugnali poi, con l'introduzione delle armi da fuoco, di archibugi, moschetti, pistole, fucili e poche armi di reparto. Il loro pregio maggiore era quello di poter combattere in qualunque condizione e su ogni tipo di terreno. Nell'impiego erano destinati agli scontri di massa, al consolidamento delle posizioni e al controllo del territorio. Quando iniziò la crisi che portò alla Prima Guerra Mondiale, tutti le nazioni partecipanti dovettero ricorrere alla chiamata alle armi della popolazione maschile di età adatta. Nonostante il progresso tecnologico e l'apparizione di nuove armi avessero già fatto anticipare in qualche modo quali sarebbero state le modalità di combattimento del conflitto tra potenze europee, l'impreparazione di tutti fu grande nell'affrontare la nuova situazione. Venne a crearsi quella condizione che sarebbe stata definita come “guerra di trincea”, e che vedeva contrapposte enormi masse di Fanteria su linee di fronte lunghe quanto i confini tra gli stati, protette da reticolati, in grado di rendere ambo gli schieramenti incapaci di avanzare o di fare qualsiasi tipo di manovra, in quanto bersagliati dalle mitragliatrici e dagli sbarramenti di artiglieria.
In quel periodo la Fanteria si trovò ad affrontare nuovi nemici rispetto al passato, infatti oltre alla tradizionale cavalleria che però perse ancor più di valore in quel tipo di guerra, ed all'artiglieria che invece affinò le sue capacità offensive, si dovette guardare anche dagli aeroplani che mitragliavano dal cielo e nell'ultimo periodo pure dai primi carri armati, apparsi proprio per riguadagnare quella possibilità di manovra che la guerra di trincea aveva praticamente reso sterile.
Nel corso degli anni le Fanterie si sono naturalmente evolute, complici i progressi tecnologici e lo snellimento generalizzato delle forze armate di tutti i Paesi in unità più piccole, dinamiche ed efficaci, con compiti spesso altamente specializzati. Oltre a quelli tradizionali il loro impiego può prevedere attività di acquisizione obiettivi, pattugliamento, rastrellamento, interdizione d'area, sabotaggio, guerriglia e antiguerriglia. Ma per chi volesse approfondire ulteriormente l’argomento è d’obbligo segnalare il “Museo Storico della Fanteria”, sito a Roma in Piazza Santa Croce di Gerusalemme al civico 9. L’idea di creare questo museo, ristrutturato nel 1990, nacque alla fine della Prima Guerra Mondiale dalla volontà degli appartenenti di creare dei piccoli sacrari che ricordassero alcune testimonianze delle tradizioni.

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news pubblicata il lun 04 gen 16