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Spettano lo stipendio e i compensi incentivanti
I giorni di permesso per assistenza a familiari disabili previsti dalla Legge 104 vanno retribuiti normalmente non solo con lo stipendio, ma anche con gli eventuali compensi incentivanti la produttività. Lo stabilisce la Corte di Cassazione con la recentissima sentenza n. 20684 del 13 ottobre 2016, che accoglie le richieste di un dipendente pubblico dell’Inps.
Quando spettano i compensi incentivanti?
I compensi incentivanti sono premi di risultato, produttività o lavoro extra che vengono corrisposti in aggiunta al regolare stipendio in vari settori e da varie imprese.
Nel caso specifico dell’Inps, la Legge n. 88 del 1989 prevede il versamento di "compensi incentivanti la produttività" ai dipendenti che partecipano alla realizzazione di "progetti a termine" in relazione all’attuazione di disposizioni legislative e per particolari esigenze organizzative.
Il dipendente che ha fatto ricorso al tribunale dichiarava di non aver percepito tali compensi incentivanti per le giornate di permesso previste dalla Legge 104.
Il lavoratore in permesso può ottenere i compensi?
Il dipendente che usufruisce dei giorni di permesso per assistenza al familiare disabile previsti dalla Legge 104 ha diritto a premi di risultato e compensi incentivanti. I giorni di permesso, infatti, "sono equiparati ai riposi per le lavoratrici madri" e quindi "sono considerati ore lavorative a tutti gli effetti".
Dunque, lo stipendio e gli altri tipi di retribuzione che il dipendente percepisce quando presta assistenza (nel limite dei tre giorni) al disabile devono essere gli stessi che vengono corrisposti quando effettivamente svolge prestazione lavorativa.
Contano solo le ore effettivamente lavorate?
In assenza di una documentazione specifica che attesti che i premi in oggetto debbano essere pagati solo in relazione alle ore di lavoro effettivo, in ogni caso, il datore di lavoro non può rifiutarsi di pagare il dipendente.
Nel caso di specie, come si legge nella sentenza della Cassazione, l’Inps non può opporsi alla sentenza rivendicando l’effettiva assenza dal lavoro del dipendente perché l’Istituto "non ha prodotto la contrattazione articolata" che specifichi che "il compenso in parola dovrebbe essere corrisposto solo per le ore effettivamente lavorate".
Quali sono i permessi della Legge 104?
La Legge 104 del 5 febbraio 1992, ricordiamo, stabilisce all’art. 33 che "il lavoratore dipendente, pubblico o privato, che assiste persona con handicap in situazione di gravità", con grado di parentela fino al secondo grado, "ha diritto a fruire di tre giorni di permesso mensile retribuito, anche in maniera continuativa".
L’assenza da lavoro, regolarmente retribuita, è dunque possibile solo quando il periodo di permesso viene utilizzato per l’assistenza al familiare diversamente abile. Tutte le altre attività, incluso il riposo reso necessario dalla stanchezza accumulata nell’assistere il familiare disabile, sono escluse.