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E' tornata all'antico splendore la lapide di Don Ferdinando Borella, sita nel Cimitero del Capoluogo.
L'attuale Amministrazione Comunale si è occupata del recupero dei sepolcri del cimitero monumentale di Ponte di Piave, facendo sì che i ricordi che ci legano al passato vengano riportati all'antico splendore.
Dopo il restauro della tomba della benefattrice Carolina Gasparinetti, il cui nome è legato all'omonima Opera Pia, a cura della ditta Dotta di Salgareda, si è provveduto alla pulizia della targa dedicata al Lgt. David Russel, grazie alla collaborazione della ditta Foto Enzo di Radicula Maurizio, al restauro del Monumento ai Caduti di San Nicolo' per finire con la sistemazione già avvenuta della targa a memoria di Don Ferdinando Borella.
Il cimitero è luogo di memoria e spiritualità, ha proseguito il Sindaco, ma anche di arte ed architettura e fa parte del patrimonio culturale di un paese.
Così scriveva Monsignor Costante Chimenton - professore nel Seminario di Treviso - sul suo libro "Ponte di Piave e la nuova chiesa di S. Tomaso":
Don Ferdinando mori a Ponte di Piave l'anno 1901.
Lasciò ottimo ricordo di sè: oggi pure si decantano le sue virtù sacerdotali, la carità squisita del suo animo, la generosità verso i poveri, la rigidezza del costume e, in modo specialissimo, lo spirito di sacrificio che lo rendeva caro a tutti, rispettato dagli avversari.
Fu sepolto nel nuovo cimitero comunale inauguratosi nel 1898.
Sulla sua tomba provvisoria si conserva anche oggi una lapide che tramanda il suo nome:
"A - Don Ferdinando Borella - qui per 36 anni arciprete - n. 1826 - m. 1901 - per specchiate virtùm intelligenza e vasta coltura - amato e stimato. I parenti desolati – p.p."