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Si è conclusa con successo la due giorni dedicata al Raduno nazionale dei Bersaglieri.
Sabato 12 maggio, la Sezione "Eros Perinotto" di Ponte di Piave - Salgareda ha voluto celebrare l'evento con una sfilata con partenza dalla Residenza per Anziani "Gianni Marin" e con la deposizione di una corona d'alloro al Monumento ai Caduti presso il Municipio di Ponte di Piave.
Ad attenderli una bicicletta del tutto particolare.
La fantasiosa bicicletta è stata inventata dal Sig. Elio Roma di Ponte di Piave che la utilizzava per partecipare a manifestazioni cicloturistiche. Dopo la sua scomparsa, all'età di 90 anni, l'opera è stata proseguita dal Sig. Carlo Borin di Noventa di Piave.
Oltre 140 movimenti creano numerose scenette che vengono animate meccanicamente. I temi raffigurati sono vari: vecchi mestieri, cartorni animati, momenti di vita quotidiana e molte situazioni divertenti.
Prendendo parte a pedalate, nonostante i suo 60 kg di peso, ed a manifestazioni culturali in diverse città italiane, questa creazione è diventata un'attrazione che incuriosisce e diverte persone di tutte le età.
La serata si è conclusa con un Concerto della Fanfara dei Bersaglieri di Colleferro presso il Piazzale della Parrocchia di Salgareda
Il discorso del Sindaco - Paola Roma
Cari Bersaglieri, autorità civili, militari, religiose, grazie per essere a Ponte di Piave!
Il raduno Piave 2018, riveste quest’anno un duplice significato: da un lato è un momento ricordo della Grande Guerra che qui nei territori del Piave si è combattuta, i caduti di quella guerra, che cento anni fa, "hanno contribuito, con il loro sacrificio, a garantire la libertà e la democrazia di cui godiamo oggi", e dall’altro ricorda in particolare a noi Pontepiavensi, quella Medaglia d'oro al valor civile del 23/01/1967 al Bersagliere Eros Perinotto con la seguente motivazione:
"Unitosi volontariamente, in qualità di radiofonista, all'equipaggio di un mezzo cingolato impegnato in rischiose operazioni di soccorso a popolazioni colpite da violenta alluvione, restava coraggiosamente al suo posto mentre il pesante veicolo, travolto da un improvviso gorgo, veniva trascinato dalle impetuose acque. Il suo eroico olocausto consentiva ad altri mezzi operanti nella zona di captare i segnali di pericolo e di trarre in salvo i commilitoni che nel frattempo avevano evacuato il carro. Fulgido esempio di nobile altruismo e di elevatissimo attaccamento al dovere. Ponte di Piave, Località Levada (Treviso), 5 novembre 1966."
Nel cercare le parole per il mio intervento di oggi, ho voluto ricordare quello che è stato il pensiero del Generale La Marmora, fondatore del vostro Corpo.
L’obbedienza alle leggi e alle regole che una società deve e sa darsi affinché tutti possano vivere nella serenità.
Il rispetto del prossimo, del nostro vicino, di coloro che incontriamo nel nostro cammino di vita. Che questo sia un rispetto reciproco, autentico e contagioso, di uomo in uomo, di uomo in donna e di padre in figlio.
La conoscenza della propria arma, per avere coscienza delle nostre capacità e delle nostre possibilità, al pari dei nostri limiti, affinché nulla del nostro valore vada disperso, ma venga anzi messo al servizio della nostra crescita e degli altri.
Il cameratismo e il senso della famiglia, perché non siamo soli, mai. Lo siamo nel momento in cui ci accorgiamo che c’è chi ha bisogno del nostro aiuto e non solo quando quell’aiuto andiamo noi a cercarlo.
Con le loro storie ogni famiglia ha dato nel silenzio e senza clamore il suo contributo, ogni famiglia ha avuto lutti, ha subito le tribolazioni e le umiliazioni che inevitabilmente la guerra porta con sé.
Permettetemi ora di ricordare quei “cappelli piumati” che non ci sono più e che con la presenza delle loro mogli, figlie, sorelle, madri, oggi ricordiamo qui: perché ora come allora queste donne non solo hanno seguito la famiglia, ma hanno anche contribuito a modificare il loro ruolo della donna nella società dando una spinta decisiva al processo di emancipazione femminile.
Persone che hanno condiviso i valori e i principi di quest’arma rispettandone la storia, la cultura, le genti e l’hanno donata alla comunità.
Ancora altri nomi e altri volti, oggi dimenticati, ma saldi nel cuore di coloro che li hanno conosciuti e amati.
A loro il nostro riconoscimento.
Viva I Bersaglieri!
Grazie!