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Oggi, 9 ottobre, ricorrono i 61 anni dal disastro della Diga del Vajont in cui persero la vita 1910 persone innocenti.
È un tranquillo mercoledì autunnale a Longarone, piccolo centro della valle del Piave (nel bellunese), con tutti gli abitanti raccolti nelle case e nei bar davanti alla TV, per il match di Coppa dei Campioni tra il grande Real Madrid di Puskas e Di Stefano e gli scozzesi dei Glasgow Rangers: corre l'anno 1963.
Passate le 22 succede qualcosa 200 metri più su che mette in allarme il guardiano della diga: un pezzo del Monte Toc sta franando, ma nessuna comunicazione arriva a valle. Le lancette segnano un quarto alle 23 e un sordo boato scuote la tranquillità delle popolazioni locali. In pochi attimi una fiumana di fango e detriti si abbatte sui centri abitati di Longarone, Erto, Rivalta, Pirago, Castellavazzo, Faè e Casso cancellandoli e trascinando corpi e cose per decine di metri.
Quasi duemila le vittime di quella che nei giorni successivi si profilerà come una tragedia annunciata, fatta di dati occultati, perizie abbandonate nei cassetti, voci e denunce di giornalisti e cittadini colpevolmente ignorate: i vigili del fuoco lavorarono ininterrottamente per 72 giorni.
Alla tragedia saranno dedicati due film nel 1997 e nel 2001.