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DOMENICA 3 NOVEMBRE 2024
Oggi domenica 3 novembre 2024 il COMUNE DI PONTE DI PIAVE ed il COMUNE DI SALGAREDA in collaborazione con le Associazioni combattenstiche e d'arma e la partecipazione del Gruppo di rievocazione storica "I Caimani del Piave, della "Banda musicla ei Ponte di Piave - Salgareda" e del coro ANA, hanno celebrato la giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate.
DISCORSO DEL SINDACO
Buongiorno a tutti,
un benvenuto a voi oggi qui presenti alle celebrazioni del 4 novembre in ricorrenza della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forza Armate.
Rinnovo il mio saluto e ringrazio per la partecipazione tutti i cittadini dei Comuni di Ponte di Piave e di Salgareda, il Sindaco Andrea Favaretto e l’Amministrazione Comunale di Salgareda, le Associazioni Combattentistiche d’Arma di Ponte di Piave e Salgareda, il Consigliere Regionale Alberto Villanova, il Colonnello Ernesto Acciarino, il cerimoniere Cavaliere Renato Faccinelli, la Banda Musicale Ponte di Piave e Salgareda, la collaboratrice della Dirigente scolastica del nostro Istituto Comprensivo Marilena Soldera, i Caimani del Piave, gruppo di rievocazione storica che contribuisce a fa rivivere le gesta drammatiche e gloriose dei soldati della Grande Guerra.
Il 4 novembre l’Italia ricorda la fine della Grande Guerra e il compimento del processo di unificazione dei territori italiani iniziato in epoca risorgimentale, possibile grazie al sacrificio di persone che con senso di dovere e attaccamento alla Patria hanno permesso all’Italia di essere un Paese unito e sorretto dagli ideali di libertà e democrazia. Tanti sono coloro che persero la vita in questo sanguinoso conflitto e che non fecero più ritorno a casa dalle loro madri, dalle loro mogli, dai loro figli, dispersi nei campi di battaglia e spogliati della loro identità. Vogliamo noi oggi ricordare tutti loro attraverso la rappresentazione del Milite Ignoto, riconosciuto Cittadino Onorario del nostro Comune nel 2021.
Oggi la nostra Nazione ricorda gli eroi fondatori della nostra Patria e allo stesso tempo dimostra la propria riconoscenza agli appartenenti di tutti i corpi delle Forze dell’Arma, che oggi continuano a perpetuare il loro impegno nel preservare e proteggere i diritti e le libertà fondamentali dentro e fuori i nostri confini nazionali e ad intervenire prontamente nelle emergenze che colpiscono il nostro Paese. L’intervento e la presenza puntale delle Forze Armate rappresenta indubbiamente un sostegno indispensabile alla comunità e un esempio di coraggio, altruismo e senso del dovere.
Coraggio, disciplina e senso del dovere, quegli stessi valori che hanno caratterizzato quei soldati della Grande Guerra che oggi voglio ricordare attraverso una testimonianza tratta da una lettera scritta nelle ultime ore prima di uno scontro di un soldato al fronte, il Tenete Adolfo Ferrero del 3 ° Reggimento Alpini. Solo dopo quarantuno anni, la sorella Nina venne a conoscenza del ritrovamento dell’ultima missiva indirizzata alla sua famiglia, dal giovane Adolfo Ferrero che partecipò alla sanguinosa battaglia dell’Ortigara nel giungo del 1917.
Nella lettera il tenente dà profeticamente l’addio a tutti i suoi cari.
“Cari genitori, scrivo questo foglio nella speranza che non vi sia bisogno di farvelo pervenire. Non ne posso fare a meno. Il pericolo è grave, imminente. Avrei rimorso se non dedicassi a voi questi istanti di libertà per darvi un ultimo saluto. Quando riceverete questo scritto, fattovi recapitare da un’anima buona, non piangete. Siete forti come avrò saputo esserlo io. Un figlio morto in guerra non è mai morto. Il mio nome resti scolpito nell’animo dei miei fratelli; il mio abito militare, la mia fidata pistola (se vi verrà recapitata), gelosamente conservati, stiano a testimonianze della mia fine gloriosa. […] A mamma, a papà lascio il mio affetto immenso. È il ricordo più stimabile che posso loro lasciare.”
LETTERA DAL FRONTE
“ (...) O genitori, parlate, frà qualche anno, quando saranno in grado di capirvi, ai miei fratelli, di me, morto a vent’anni per la Patria. Parlate loro di me, sforzatevi a risvegliare in loro ricordo di me… M’è doloroso il pensiero di venire dimenticato da essi… Fra dieci, venti anni forse non sapranno nemmeno più di avermi avuto fratello…
A voi poi mi rivolgo. Perdono, vi chiedo, se v’ò fatto soffrire, se v’ò dati dispiaceri. Credetelo, non fu per malizia, se la mia inesperta giovinezza vi à fatti sopportare degli affanni, vi prego volermene perdonare.
Spoglio di questa vita terrena, andrò a godere di quel bene che credo essermi meritato.
A voi Babbo e Mamma un bacio, un bacio solo che vi dica tutto il mio affetto. A Beppe a, Nina un altro. Avrei un monito: ricordatevi di vostro fratello. Sacra è la religione dei morti. Siate buoni. Il mio spirito sarà con voi sempre.
A voi lascio ogni mia sostanza. E’ poca cosa. Voglio però che sia da voi gelosamente conservata".
A Mamma, a Papà lascio… il mio affetto immenso. E’ il ricordo più stimolabile che posso loro lasciare.
Alla mia zia Eugenia il crocefisso d’argento, al mio zio Giulio la mia Madonnina d’oro. La porterà certamente. La mia divisa a Beppe, come le mie armi e le mie robe. Il portafoglio (l 100) lo lascio all’attendente.
Vi Bacio.
Un bacio ardente di affetto dal vostro aff.mo Adolfo.
Saluti a zia Amalia e Adele e ai parenti tutti”.
INTERVENTO DEL COL. ERNESTO ACCIARINO